Morte Catricalà, i tanti ruoli tra politica e istituzioni

24 feb 2021
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Quel che si dice un uomo delle istituzioni, Antonio Catricalà, allievo anche lui, come il Presidente del Consiglio dell'economista Federico Caffè. L'esperienza al Consiglio di stato, grande scuola di una classe dirigente che si muove con agilità tra istituzioni, politica e burocrazia, la vicinanza al progetto politico di Silvio Berlusconi, che affianca a Palazzo Chigi nel 2001 da segretario generale, ruolo perfetta sintesi dei suoi talenti. La Presidenza dell'Antitrust nel 2005 fino al 2011, in anni in cui il conflitto di interessi era centrale per le sorti dell'Italia politica ed economica, ancora a Palazzo Chigi come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con il Governo Monti, ruolo delicatissimo in un momento molto difficile per il Paese. La politica, le istituzioni e poi ancora viceministro allo sviluppo economico nel breve esecutivo di Enrico Letta. Sul finire del 2014, a settembre, diventa il candidato del centrodestra per sostituire nel ruolo di giudice costituzionale Luigi Mazzella. Si rivela un'occasione mancata. Sul suo nome Forza Italia si spacca e Catricalà dopo il primo voto parlamentare ritira la sua candidatura. "C'era il rischio di troppe fumate nere non volevo sporcare una camicia bianca", commento poco dopo, come poco dopo il 1° novembre 2014 lascia la presidenza della seconda sezione del Consiglio di stato definito da lui una famiglia e una grande scuola, esce dalle istituzioni, si dedica alla professione di avvocato e all'insegnamento. Nel 2017 poi assume la Presidenza di Aeroporti di Roma Spa. Sui rapporti tra politica, Governo, burocrazia parlava da esperto ed aveva idee chiare. In un'intervista di qualche anno fa al Sole 24 ore, rifletteva "quello che il Governo non deve fare è mortificare le élite perché a un Governo conviene sempre avere una sponda tecnica forte, è giusto abbattere i santuari in nome della trasparenza, ma bisogna continuare a motivare i migliori". Un pensiero che suona ancora di grande attualità.

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