Manca esattamente un mese alla data entro la quale il Governo dovrà presentare alla Commissione Europea la proposta per le modifiche da apportare al Piano di Ripresa e Resilienza italiano. Dopo aver stabilito i dettagli di queste modifiche, in una cabina di regia tenutasi qualche giorno fa, il Ministro Raffaele Fitto ha riferito al Parlamento quanto deciso. Nel complesso verrà chiesta la revisione di 144 misure tra investimenti e riforme, nove di queste saranno escluse del tutto dal PNRR, per un totale di circa 16 miliardi. Si tratta di interventi che riguardano, tra gli altri, il contrasto al dissesto idrogeologico. Il Ministro Fitto spiega, si tratta di progetti che non si sarebbero potuti realizzare nei tempi e nei modi previsti dal piano, per questo sono stati messi da parte. E assicura, nessuna intenzione di definanziarli, le risorse verranno prese da altri fondi. "Non c'è, da parte di nessuno, l'idea di definanziare e basta. C'è l'idea di comprendere quanto questi interventi non siano compatibili con le previsioni, come ho detto, normative, di misura, di rendicontazione, di ammissibilità e di tempistica previste all'interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e quindi, salvaguardiamo l'intervento per tempo, avviando un confronto serio con la Commissione Europea". Ma alle opposizioni non bastano le rassicurazioni del Ministro, e chiedono chiarezza sulla disponibilità delle risorse. "Lei dice che questi soldi verranno in qualche modo sostituiti, ma le bugie Ministro hanno le gambe corte, cortissime. I fondi di coesione vanno utilizzati anche per il Sud, fate pagare al Sud il prezzo dei vostri tagli?". Per la segretaria del PD Schlein, il Governo sta giocando con la credibilità dell'Italia. "A voi la possibilità di mettervi finalmente in ascolto con umiltà delle preoccupazioni dei sindaci, delle regioni, delle categorie economiche, delle parti sociali e delle opposizioni. Lavoriamo insieme, ed evitiamo questi tagli, per non perdere questa occasione storica e irripetibile per il nostro Paese". Fitto fa poi sapere che per quest'anno, tra terza e quarta rata già modificata, l'Italia riceverà tutti i 35 miliardi previsti entro dicembre. E intanto si deve procedere sulle riforme necessarie, giustizia e concorrenza innanzitutto.