Al motto: “Non un’altra mela marcia, contro le molestie per una nuova università”, gli studenti dell’Università di Torino aderenti a Cambiare Rotta, formazione di sinistra, a metà febbraio danno il via ad una scia di proteste che piano piano ha coinvolto sempre più atenei in diverse città italiane. Ma è il conflitto israelo-palestinese il cuore delle contestazioni. Gli studenti universitari di 19 atenei in tutta Italia chiedono che vengano interrotti gli accordi didattici con Israele, e in particolare contestano il bando del Ministero degli Esteri in scadenza il 10 aprile sui progetti di ricerca tra nostri atenei e quelli israeliani. Il timore è che i finanziamenti del bando possano essere utilizzati per sviluppare tecnologia che può avere impiego sia civile che militare. Si va da ricerche congiunte su tecnologie per la salute del suolo, per l’acqua, l'ottica di precisione, elettronica e tecnologie quantistiche. Torino, Bari, Milano, Bologna, Napoli, Roma, dove all’Università La Sapienza a marzo viene occupato il Rettorato. Il dibattito su Gaza si fa sempre più acceso ed esplode negli scontri di Pisa, dove un corteo non autorizzato finisce in manganellate. È un punto di rottura. Gli studenti arrivano sotto il Viminale per contestare Piantedosi. E ora anche molti docenti mostrano non solo solidarietà con i ragazzi, ma sono promotori di iniziative in parallelo.