Domenica 12 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi sui 5 quesiti dei referendum in materia di giustizia. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23. Si tratta di referendum abrogativi, si chiede, dunque, agli elettori se vogliono o no abolire una legge o un atto avente valore di legge. Perché la consultazione sia valida è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. I quesiti referendari ammessi dalla Corte Costituzionale sono 5. Si chiede ai cittadini se vogliono cancellare la legge Severino, quella cioè che prevede l'incandidabilità e la decadenza automatica per parlamentari e membri del governo, consigli regionali, sindaci e amministratori locali, nel caso di condanna per reati gravi contro la pubblica amministrazione. Con la vittoria del sì, tornerebbe in vigore la legge precedente, che prevede l'interdizione dai pubblici uffici come pena accessoria decisa dal giudice, ma non automatica. Il quesito sulla limitazione delle misure cautelari, invece, punta a eliminare la reiterazione del reato dai motivi per cui è possibile disporre la custodia cautelare, cioè la detenzione degli indagati o imputati durante le indagini o prima della sentenza definitiva. Si chiede poi agli italiani se intendono separare le funzioni tra pubblici ministeri e giudici, puntando a rendere definitiva la scelta all'inizio della carriera di una o dell'altra funzione, eliminando dunque la possibilità di passaggi. Il quesito sulla valutazione della professionalità dei magistrati chiede poi di abrogare una legge del 2006, in modo da consentire agli avvocati all'interno del Consiglio Direttivo della Cassazione e dei consigli giudiziari regionali, di valutare la professionalità di giudici e pubblici ministeri, cosa che ad oggi non è consentita. Infine il quesito sulla legge elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura chiede di eliminare l'obbligo di raccogliere 25 firme per i magistrati che vogliono candidarsi al CSM.