Renzi: "Voto per evitare i vitalizi"

31 gen 2017
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“Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso”, scrive Matteo Renzi, “l’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. “Sarebbe assurdo”, dice il segretario del PD a Giovanni Floris. Una presa di posizione che arriva nella giornata in cui Pierluigi Bersani per la prima volta non esclude un clamoroso addio alla ditta. “A Matteo Renzi, avverte Bersani, porrò delle questioni politiche su un piccolo oggetto che si chiama Italia. Poi ascolterò la risposta e mi regolerò”. Non più frasi perentorie che l’ex segretario pronunciava per far sapere allo stato maggiore renziano che per cacciarlo dal Pd avrebbero dovuto mandare l’Esercito. “Sull’eventuale scissione non minaccio e non garantisco nulla”, precisa Bersani. Nell’agenda bersaniana c’è già una data cerchiata di rosso: il 13 febbraio. Quando si riunirà la direzione si capirà forse con maggiore chiarezza la roadmap di Matteo Renzi, eventuale modifica della legge elettorale, futuro del Governo Gentiloni e timing delle elezioni. A quel punto Bersani e la sua truppa dovranno decidere se fare come D’Alema, che con il suo movimento, Consenso, è pronto al rompete le righe, presentandosi alle elezioni per provare a rottamare chi ha scelto di indicarlo come il campione della sinistra da archiviare. Diciannove segretari regionali del Pd non vogliono sentir parlare di divorzio. Evocare la scissione è esattamente il contrario di ciò che il nostro popolo ci chiede e si aspetta, e minacciare le carte bollate per il congresso anticipato per una mera conta interna è irresponsabile. C’è poi un’altra data, il 27 febbraio, che potrebbe diventare uno dei primi snodi per il futuro della legislatura. Per quel giorno è stata calendarizzata in Aula la legge elettorale. Matteo Renzi ha fretta di andare alle urne, e se il Mattarellum non dovesse incontrare il gradimento degli altri partiti, potrebbe puntare a piccoli ritocchi alla legge uscita dalla Consulta, per armonizzarla tra Camera e Senato. Il fattore tempo potrebbe mettere d’accordo il Pd, Beppe Grillo e Matteo Salvini, che puntano a votare entro giugno con Forza Italia e il suo leader nella parte dei frenatori.

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