L’avviso di garanzia è datato 7 dicembre, le dimissioni nelle prime ore del 13 e l’interrogatorio davanti ai magistrati della Procura di Roma è previsto il 21 dicembre. È questa la parabola temporale dell’ex assessore all’ambiente di Roma, Paola Muraro, già finita nella bufera a luglio, quando si seppe che era iscritta nel registro degli indagati da mesi per i fatti legati alla sua attività di consulente AMA dal 2004 al 2014. Lei, difesa a spada tratta dalla Sindaca Virginia Raggi, ha sempre ribadito la sua totale estraneità, ripetendo di essere serena perché era tutto in regola. Lo ha ribadito anche l’altra notte quando ha comunicato alla Sindaca le proprie dimissioni, dimissioni accettate e rese pubbliche nottetempo con questo video che ritrae i volti lividi e stanchi della maggioranza capitolina. “Ho accettato le sue dimissioni e ho assunto le deleghe alla sostenibilità ambientale”. Le accuse, contenute nell’avviso a comparire, descrivono come siano state truccate le autorizzazioni per gli impianti di smaltimento dei rifiuti quando la Muraro era consulente di AMA. I PM scrivono: gli impianti di Rocca Cencia e Salario operavano una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti per quanto concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso e gli scarti di lavorazione. Il sospetto dei PM è che i macchinari abbiano lavorato in regime ridotto per favorire altri impianti privati, quelli di Manlio Cerroni, deus ex machina dei rifiuti della Capitale. Tra le accuse c’è anche quella di inquinamento ambientale. La Muraro, inoltre, per la Procura avrebbe consentito lo stoccaggio di rifiuti in aree non autorizzate per l’impianto di Rocca Cencia, mentre per il Salario i cassoni dei rifiuti contenenti metalli ferrosi, gli scarti del processo, le balle di CDR non erano ubicati conformemente. Oggi arriva a Roma anche Grillo, che certamente avrà un incontro con la Raggi, che punta su un’archiviazione rapida per poter richiamare la Muraro, ma gran parte del Movimento preme per la nomina di un nuovo assessore all’ambiente. A complicare le cose la notizia che anche Stefano Bina, Direttore generale dell’AMA da tre mesi, sta pensando di dimettersi.