Dopo il Lingotto renziano e dopo Michele Emiliano, tocca al Ministro della giustizia, Andrea Orlando, dare il via alla propria campagna per la segreteria del Partito Democratico. Il Guardasigilli inizia questo percorso a Roma. “Cambiare il PD, ricostruire l’Italia” è lo slogan, con al fianco il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. L’accusa è chiara. La vecchia destra ci ha portato alla sconfitta. Inseguire questa nuova destra ci porterebbe al dramma, dice Orlando. Mi interessa inseguire quel popolo del centrosinistra che è stato a casa o ha guardato da un’altra parte. Un “contro Lingotto”, per alcuni osservatori, dove si torna anche a parlare della ferita ancora aperta della scissione. “A me ha fatto male vedere compagni che se ne sono andati, ma ha fatto ancora più male nel corso di questi anni vedere persone, compagni e compagne, che sono rimaste a casa. E ha fatto molto male vedere che, quando queste persone sono rimaste a casa o quando qualcuno se ne è andato, c’è stato qualcuno che ha tirato un sospiro di sollievo”. Sulle congiure contro il PD, questa è la risposta: “Ho visto che ci sarebbe un complotto dell’establishment contro il Partito Democratico. Sarebbe il primo auto-complotto della storia”. Il Ministro della giustizia torna anche a parlare del referendum costituzionale. Quel “no” viene dalla pancia profonda della società. Le diseguaglianze si stanno mangiando la democrazia. Dall’altra parte della barricata torna a parlare Michele Emiliano, che dice: “Mi auguro che il PD, nel frattempo, riesca a sopravvivere. Una leadership di Renzi, in questo momento, è una leadership che sicuramente farà fare molta fatica al Partito Democratico nelle prossime elezioni, sia amministrative che politiche”.