Stinger e Spike, ovvero missili antielicottero e anticarro ma anche mortai e mitragliatrici. Sono queste le forniture militari che l'Italia sarebbe pronta ad inviare direttamente all'Ucraina. Il secondo Decreto d'Urgenza del Governo sulla crisi in tema di difesa ne autorizza l'invio, un ulteriore decreto interministeriale stabilirà esattamente quali e quanti. Un ulteriore passo in avanti dopo che il primo passo per il potenziamento della presenza Militare italiana nei paesi NATO, che rappresentano il confine orientale dell'Alleanza Atlantica, è stato mosso a Costanza in Romania. Qui sono già stati inviati altri quattro Eurofighter, raddoppiando così il numero di velivoli dell'Aeronautica Militare impegnati nell'operazione Blackstorm per il controllo di quei cieli che ora diventano sempre più strategici. Un sostegno iniziato due mesi fa il con 140 militai italiani, operazione di prassi in quei paesi del Patto Atlantico privi o con limitate capacità di difesa aerea. L'Italia, spiega il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, sta contribuendo con rapidità e convinzione alle decisioni prese in ambito NATO a seguito di quella che definisce inaccettabile aggressione della Russia all'Ucraina, mentre il Premier Mario Draghi ha sottolineato come i nostri militari saranno impiegati nell'area di responsabilità della NATO. Non c'è alcuna autorizzazione implicita all'attraversamento dei confini. Intanto sono 1.400 i nostri militari in prontezza per la crisi ucraina. Il rafforzamento è previsto in Lettonia dove in missione ci sono gli alpini, ma anche in Polonia e negli altri paesi baltici. Ulteriori 300 militari potrebbero invece essere impiegati in Bulgaria o Ungheria se ne venisse richiesta la presenza. Poi c'è l'unità navale in impiego logistico prevista in aggiunta a quelle già presenti nel Mediterraneo orientale.