Un lungo articolato lavoro diplomatico per fare in modo che l'Europa torni a parlare con una sola voce. Luigi Di Maio, prima a Bruxelles per un vertice con i rappresentanti di Francia, Germania e Gran Bretagna, poi in Turchia per incontrare il suo omologo, chiarisce la posizione comune d'Italia e Unione Europea: “Bisogna parlare con tutti gli interlocutori, convincerli al cessate il fuoco. Come Italia, tuteliamo i nostri interessi quando chiediamo all'Unione Europea di essere protagonista e il nostro lavoro, da domani, come Unione Europea, sarà coeso. L'Unione Europea parlerà e deve parlare con una sola voce.” L'obiettivo della Farnesina e dell'Unione è convincere tutti a cessare il fuoco in Libia. Sono ore delicate. La vicinanza geografica del Paese e rilevanti interessi economici e strategici dell'Italia in quella Regione pongono la questione al centro dell'agenda di Governo. Il problema dei flussi migratori, oltre a quello legato al terrorismo, preoccupano le diplomazie del vecchio continente. “E' necessario fermare l'escalation militare, ma anche le interferenze esterne in Libia.” Chiaro riferimento alla Turchia, che ha deciso di inviare truppe nel Paese. Nelle prossime ore Luigi Di Maio avrà una serie di incontri fondamentali, tutti incentrati sulla questione mediorientale. Prima al Cairo, poi in Algeria e in Tunisia. Dal fronte italiano le opposizioni criticano fortemente il lavoro dell'esecutivo. Matteo Salvini, per tutti, punta il dito sulla presunta rilevanza del Governo italiano sullo scacchiere internazionale. “La Libia è casa nostra per motivi storici, culturali. Ci sono imprese italiane, lavoratori italiani, c'è l'ENI. E' il primo punto di partenza di barchini e barconi. In cinque mesi questi qua sono riusciti a fare arrivare turchi, egiziani, russi, francesi e a noi non fanno più neanche un colpo di telefono! Oggi ci doveva essere un vertice con Di Maio in Libia, l'hanno chiamato e gli hanno detto “Luigi, stai pure a casa, non ci servi!” e la colpa è di Salvini!”.