Insieme al PD per cancellare davvero i vitalizi. È questa la mossa a sorpresa del Movimento 5 Stelle. I pentastellati, infatti, sono pronti a votare la proposta di Matteo Richetti, fedelissimo del rieletto Segretario Renzi, senza cambiare neanche una virgola sui vitalizi, che non esistono più, ricordano puntigliosi tutti i parlamentari. Ma anche se si tratta di un trattamento pensionistico a tutti gli effetti per i nuovi eletti, conserva un’aura di privilegio ben visibile. Ad esempio, si matura dopo una sola legislatura, dopo cinque anni ed entra in tasca per tutta la vita. Ecco, se c’è una cosa chiara nella proposta Richetti è che renderebbe le pensioni dei parlamentari e dei consiglieri regionali uguali in tutto e per tutto a quelle dei dipendenti pubblici e privati. Infatti, verrebbero innanzitutto erogate a partire dai sessantacinque anni di età, sarebbero calcolate tutte con il metodo contributivo e avrebbero un valore retroattivo, cioè andrebbe a toccare, questa legge, anche i vitalizi degli ex parlamentari. In sostanza, il nuovo regime previdenziale si confermerebbe alla normativa vigente in materia, a partire dalla legge Dini in poi, in modo da ancorare fedelmente le pensioni degli eletti a quelle di tutti i lavoratori. Il Movimento 5 Stelle vuole, in cambio del “sì”, che l’iter venga accelerato e che dalla Commissione il testo passi il prima possibile in Aula. Il Partito Democratico, che teme una trappola, ha preso tempo, ma promette una risposta nelle prossime ore. Gli ex parlamentari, intanto, sono pronti già a difendere strenuamente in ogni sede legale quelli che definiscono da sempre diritti acquisiti.