La devastazione del terremoto e i mutamenti del territorio. Dal 24 agosto in poi, i satelliti Cosmo SkyMed e Sentinel hanno acquisito nuovi dati delle zone colpite dal sisma nelle ultime due settimane, in particolare quelle a nord di Norcia. I ricercatori del CNR e dell’INGV, con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, hanno acquisito dati dal sistema satellitare per uno studio costante delle deformazioni del suolo. “Prendiamo due immagini radar: una acquisita prima dell’evento deformativo, quindi prima del terremoto, e un’altra acquisita dopo. Le confrontiamo e, dalle variazioni, ricaviamo le deformazioni del suolo”. Grazie alle nuove immagini radar, è stato possibile rilevare il campo di deformazione originato dal terremoto in tutta la sua estensione, ossia per circa 1100 chilometri quadrati. In particolare, stimare gli spostamenti del suolo. In questa immagine, le due grandi macchie colorate localizzano la zona di Montegallo, ai bordi dell’area viola, dove la terra si è spostata di 40 centimetri verso est, e quella di Norcia, al centro dell’area rossa, dove, invece, il suolo si è mosso di 30 centimetri in direzione opposta, verso ovest. Quest’altra immagine mostra la deformazione verticale. Nell’area di Castelluccio il suolo si è alzato di 60 centimetri. In altre zone, invece, il terreno si è abbassato fino a 70 centimetri. I terremoti del 26 e del 30 ottobre hanno deformato una zona di 600 chilometri quadrati, ma, quello che più importa, queste immagini possono aiutare a capire come comportarsi in futuro. “Noi andiamo a fare una vera e propria radiografia del fenomeno, quindi a caratterizzare proprio quella che è la sorgente. È un’informazione molto importante perché ci dà indicazioni su cosa fare sopra”.