"L'azione per ridurre le emissioni di gas serra, per contenere il cambiamento climatico, non è soltanto necessaria per evitare i danni importanti, gravissimi che già vediamo e che in futuro saranno ancora più rilevanti ma è conveniente." E la convenienza trascina investimenti e trascina azioni, sia private che pubbliche, non a caso investire nel nostro pianeta è il tema scelto quest'anno per la Giornata della Terra la più grande iniziativa al mondo dedicata all'ambiente giunta alla sua 52esima edizione. In occasione dell'Earth Day abbiamo fatto il punto sulla lotta alla crisi climatica con Carlo Carraro, vicepresidente della IPCC cioè il braccio scientifico dell'ONU che si occupa di clima, con lui cerchiamo di capire come la guerra influisce sui negoziati. "L'impatto per il momento è piuttosto limitato, le ultime negoziazioni sono state quelle che hanno portato l'approvazione dell'ultimo rapporto la IPCC e sono state negoziazioni difficili perché il clima di collaborazione internazionale non è più quello di prima ma comunque di successo perché il documento, che è quello che poi supporta l'azione climatica dei Governi, è stato approvato da tutti i 195 Paesi all'unanimità, Russia compresa." Rimane il problema delle fonti fossili come il gas naturale. "Tutti i leader europei hanno approvato un documento che spinge ad accelerare la transizione verso fonti rinnovabili quindi abbandonare le fonti fossili in generale anche per sottrarsi a eventuali ricatti di fonte russa o di altri fornitori." La transizione però deve essere anche sociale. "Abbiamo bisogno di creare dei cuscinetti, degli ammortizzatori per compensare chi soffrirà o perderà di più a fronte della transizione, deve essere anche digitale perché senza delle infrastrutture digitali adeguate, non si fa la transizione energetica o quella climatica, come si parla di transizione tripla e poi deve essere sostenuta da un piano di investimenti pubblici e privati.".