Il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha pubblicato un rapporto che riassume gli ultimi cinque anni di studi scientifici sulla crisi climatica. La loro conclusione, non era una novità, ci ha detto quello che sentiamo dire dagli scienziati da decenni: dobbiamo ridurre le emissioni adesso. Ciò che spesso manca nella copertura mediatica dei rapporti dell'IPCC è il punto di vista degli uomini. Lo scorso settembre ho trascorso alcuni giorni con l'Unicef nel Corno d'Africa, per incontrare persone che soffrono, a causa della siccità storica che sta devastando le comunità locali. La siccità sta devastando i raccolti, non ci sono pascoli per il bestiame, le fonti d'acqua si stanno prosciugando ovunque, l'emergenza in corso nel Corno d'Africa sta privando i bambini di acqua potabile e fresca, del cibo o dei mezzi di sussistenza e dell'accesso a servizi sanitari salvavita. Li sta tenendo lontani dalla scuola e costringendo le loro famiglie a emigrare. Ho passato del tempo con persone che non hanno fatto letteralmente nulla per creare la crisi climatica, ma che ne stanno subendo gli impattii peggiori. Nonostante tutte le prove scientifiche sulle sofferenze causate dalla siccità, dalle ondate di caldo, dalle inondazioni e dalla carestia l'Italia sta ancora investendo nei combustibili fossili in Africa. Si tratta di investimenti a lungo termine che non possono essere giustificati come sostituti a breve termine del gas russo, i paesi africani hanno una lunga storia di estrazione delle loro risorse naturali per uso europeo. La popolazione locale subisce gli effetti dell'inquinamento e dello sfollamento senza mai ricevere i benefici economici promessi; abbiamo bisogno che il Mondo si svegli, mentre i Paesi devono fare sul serio. Devono fermare di nuovi progetti relativi ai combustibili fossili e investire in energia pulita.