La crisi energetica scaturita dall'invasione russa in Ucraina, potrebbe accelerare la transizione verso un futuro più pulito e sostenibile. A dirlo è l'Agenzia Internazionale per l'Energia nel suo annuale rapporto. Secondo l'organizzazione più autorevole per quanto riguarda il coordinamento delle politiche energetiche dei Paesi membri, ci troviamo davanti a un punto di svolta storico. Per la prima volta infatti, la domanda globale di ciascuno dei combustibili fossili, compreso il gas naturale, mostra un picco, un plateau, che potrebbe essere raggiunto entro il 2030. In particolare, l'età dell'oro del gas, potrebbe essere all'inizio della fine. Nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto nel Sud e nel Sud-Est asiatico, viene addirittura messo in discussione il suo ruolo come combustibile di transizione, verso un futuro fatto da energia pulita, sostituito da solare ed eolico sempre più economici. A proposito di energia pulita, il rapporto sottolinea ancora una volta l'importanza e la convenienza di nuovi e più forti investimenti in energie rinnovabili, oltre che in misure di efficientamento energetico. Anche per questo, viene sottolineata l'importanza di alcune leggi e pacchetti che guardano al futuro, come il "Fit for 55", il Repower EU dell'Unione Europea o come "l'Inflation Reduction Act", la legge approvata dagli Stati Uniti, che mette sul piatto quasi 370 miliardi di dollari per incentivi fiscali, destinati a cittadini e imprese, per realizzare la transizione e passare all'energia pulita. Segnali importanti, ma non ancora sufficienti. Le emissioni globali di gas serra legati all'energia, dovrebbero raggiungere un picco nel 2025, e per arrivare all'obiettivo di "emissioni nette zero" entro la metà del secolo, gli investimenti in energia pulita, devono più che triplicare, passando dagli attuali 1.300 miliardi di dollari, a circa 4.000 miliardi di dollari entro il 2030. Il rapporto arriva a pochi giorni dall'inizio della Coop 27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che quest'anno si terrà a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Un appuntamento che avrà al centro anche il divario tra Paesi ricchi e Paesi più poveri. E proprio su questa frattura, mette in guardia il rapporto dell'Agenzia, chiedendo un grande sforzo per ridurre questo divario preoccupante.