Sperimentati con successo nel contrasto gli spostamenti non autorizzati durante la fase 1 dell'emergenza sanitaria. I droni con diverse modalità aiuteranno le forze dell'ordine anche nella fase 2. Da alcuni giorni nei cieli di Treviso, città del governatore Luca Zaia, si vedono due velivoli radiocomandati a distanza, dotati di termoscanner in grado di misurare la temperatura corporea dei passanti a 20 metri d'altezza. Dai 37 gradi e mezzo in su scatta l'allert sul monitor del pilota. Il soggetto viene quindi raggiunto dalle forze dell'ordine e invitato ad andare a casa. La sperimentazione della polizia locale di Treviso terminerà tra pochi giorni. È uno strumento assolutamente preventivo non repressivo, quindi non andiamo assolutamente a caccia di nessuno. Lo strumento, attraverso il pilota, manifesta appunto un bip, quindi emette un bip oppure un'immagine rossa rispetto all'immagine in bianco e nero. Dopodiché la persona che evidentemente avrà una temperatura oltre i 37.5 sarà invitata, molto tranquillamente, a recarsi presso il proprio medico. Un valido strumento per evitare che i soggetti in quarantena o persone ignare di avere la febbre possano circolare nelle aree pubbliche. Il margine di errore nel rilevamento della temperatura è di poche linee. I droni sono programmati per ignorare le persone con temperatura sotto soglia. Per il momento si tratta solo di test. Non potremo metterli in uso finché il garante della privacy non ci darà l'ok. Quindi per ora facciamo solo di test con dei volontari, quando il garante e se il garante ci permetterà di utilizzarlo saremo pronti.