L'arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ad Acerra, per ricordare la strage per troppo tempo dimenticata che strappò alla vita quasi 90 persone durante la resistenza, è un momento di grande emozione e un'occasione per rivolgere un pensiero ai cittadini ucraini. "Siamo arrivati in questo giorno particolare anche perché un giorno da non dimenticare". "Io faccio parte del servizio civile, sono operatrice Caritas e noi siamo al servizio degli ucraini. Gli accogliamo, gli porgiamo un pasto caldo e quindi pure questo serve a far capire che comunque ci vuole pace nel mondo". Acerra però è anche uno dei comuni simbolo della Terra dei Fuochi, "dramma meno visibile da qualche tempo ma che continua a esistere nei suoi effetti", denunciano i comitati stop biocidio, che hanno consegnato una lettera al Capo dello Stato. E il vescovo di Acerra, Monsignor Antonio Di Donna, si dice deluso senza giri di parole. Innanzitutto perché il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ne ha parlato come di una questione passata, e poi anche dal Presidente della Repubblica, al quale, racconta, ha mandato una lettera nei giorni scorsi chiedendogli di parlare del problema ambientale. "La vicinanza alla comunità per l'aspetto ambientale e sociale è stata espressa da Mattarella all'inizio del suo discorso ma non è abbastanza", osserva il vescovo, "per un problema così importante". "Io sono deluso. Contento della giornata, contento che Mattarella sia venuto ad Acerra, perché questo fatto ha contribuito a dare rilievo a un fatto poco noto che è la resistenza da Acerra del 43', però ho detto l'esigenza di contestualizzare oggi la resistenza, qui ad Acerra, in questo territorio, e per me oggi la resistenza qui è contro l'inquinamento ambientale che produce i suoi martiri. Noi abbiamo i nostri martiri che sono le vittime. Mi ha deluso l'onorevole De Luca che ha parlato di Terra dei Fuochi al passato, c'era la Terra dei Fuochi, oggi questo territorio è fortemente monitorato, ma non è vero!".