Il tema con la verità più difficile è fatto fare di proposito. Qualcosa non tornava in quella casa. Il preside si è attivato immediatamente dopo aver letto quelle pagine con le accuse di abusi sessuali nei confronti del padre della quattordicenne, che raccontava anche che la madre le ripeteva di non rimanere mai sola con lui. Ma ora, invece, la donna lo difende: accuse non vere e non provate, che avrebbero portato il marito al suicidio. L’avvocato dell’uomo, però, sostiene si volesse difendere: “Voleva dimostrare la sua innocenza – dice il legale – l’avevo sentito solo pochi giorni fa”. Ma ora c’è tutta la vicenda degli abusi da chiarire, quelle mezze accuse dei tentati approcci anche su una delle cinque sorelle della ragazzina. Da spiegare anche il ruolo della madre. Una situazione difficile e delicata, che il preside dell’istituto ora sostiene si potesse trattare diversamente. “Forse il magistrato avrebbe fatto bene ad adottare un provvedimento restrittivo in carcere o ai domiciliari, in attesa dell’incidente probatorio – dice – non mi spiego perché l’abbiano lasciato fuori”.