Lungo la navata del Duomo è straziante l'urlo di dolore di una madre; la madre di Gianluca. A lui e a Flavio, 15 e 16 anni, amici da sempre, un addio comune. I familiari, gli insegnanti, i compagni di scuola e del quartiere li hanno lasciati andare via insieme, ma prima hanno voluto ricordarli con rimpianto, con amore. Nel Duomo di Terni i funerali dei due ragazzi morti dopo aver assunto probabilmente metadone, convinti che fosse codeina. Anche loro hanno fatto uno sbaglio, è giusto, è normale a dirlo, però probabilmente, se non gli avesse dato quello che gli ha dato ingannandoli… Li hanno ingannati e basta. Questo è uno dei punti ancora da chiarire perché Aldo Maria Romboli, l'uomo che per 15 euro ha venduto loro la sostanza parla di metadone, ma per i compagni delle vittime non è così. Per sapere con certezza cosa abbiano assunto, cosa li abbia uccisi, bisognerà aspettare i risultati degli esami tossicologici e occorrerà un po’ di tempo. Sconcerto tra le centinaia di persone che oggi hanno scelto di stare qui, nella piazza antistante il Duomo e dolore nelle parole della madre di Flavio. Il dolore rimarrà sempre. La rabbia è un sentimento che va convertito in qualcosa che… Io vorrei scendere per strada. Capito? Però una cosa così non è, non può essere fatta, deve essere canalizzata in qualcosa. E oggi la città si è fermata per dire addio a due ragazzi che forse, chissà, per sfida o per semplice curiosità hanno cercato un'esperienza forte, un’evasione da cui non sono più tornati.