La protesta contro il Green Pass si organizza e dalle piazze passa alla raccolta firme. Dopo l'eutanasia, la cannabis legale e la giustizia, anche il Certificato Verde diventa tema per una proposta di referendum. Promossa da membri della società civile, la campagna punta ad abolire le norme sul Green Pass, attraverso quattro quesiti. Obiettivo, spiegano i promotori, è raggiungere le 500 mila sottoscrizioni necessarie, entro la fine di ottobre. Anche in questo caso, come nelle altre campagne avviate in queste settimane, si punta al raggiungimento rapido del risultato, grazie alle possibilità dischiuse dall'introduzione della firma digitale. Uno strumento che consente di dare il proprio consenso online, senza doversi recare fisicamente a un banchetto di raccolta firme. È la grande novità di quest'anno, per la prima volta e siamo i primi nel mondo a farlo, è possibile sottoscrivere le proposte di referendum, anche attraverso la firma digitale. Una novità destinata a cambiare radicalmente le modalità di partecipazione alla vita democratica, ma che sta già sollevando dubbi e interrogativi. Emblematica degli effetti travolgenti legati a questo strumento, è stata la raccolta firme per la cannabis legale, che in una sola settimana ha raggiunto la soglia delle 500 mila sottoscrizioni. Numeri impressionanti certo, ma che suscitano qualche perplessità. Sono diversi i costituzionalisti, che hanno evidenziato come questa soglia, sia ormai troppo facile da raggiungere e c'è già chi ipotizza la possibilità di ampliare il numero di firme necessarie, alla proposta di referendum. Il rischio che si intravede, è quello di un boom smisurato di proposte, che potrebbero poi essere respinte successivamente, come previsto dall'iter per il referendum, al vaglio della Cassazione o della Corte Costituzionale.