"Io sono andato a trovare i miei e c'erano i divani che mi sbattono in faccia al primo piano." L'acqua che entra ovunque, nelle case, nelle fabbriche, di nuovo. Un anno dopo l'Emilia Romagna è ancora in ginocchio, Qui siamo a Lugo, nel Ravennate, 32.000 abitanti. Uno dei Comuni più colpiti da questa nuova alluvione. A rompere gli argini, ancora una volta, qui è stato il Senio. In poche ore le strade si sono trasformate in fiumi, la zona industriale a est della cittadina completamente inondata, in molti quartieri manca la luce, manca l'acqua e anche il gas. È rimasto in casa solo che si è potuto trasferire il primo piano. In alcune strade per uscire servono i gommoni. "Ci stiamo dedicando alla somministrazione di cibo e di acqua e anche di medicinali alle persone che comunque hanno deciso di rimanere nelle proprie case e dovranno affrontare comunque un'altra notte difficile." L'acqua ha trasportato con se anche i detriti e ora inizia la conta dei danni ancora tutti da quantificare. "Sono entrati 70 cm d'acqua, anche di più. Le batterie di accumulo sono andate, l'impianto fotovoltaico dovremmo vedere, la pompa di calore." "Io avevo 2 metri di acqua in casa. Ho distrutto tutto il sotto, piano terra distrutto. Ho acquistato mobili, li devo ricomprare e adesso non so come fare." Dei 2.500 sfollati in totale una cinquantina sono qui, in questa scuola media trasformata in uno dei 5 centri di accoglienza allestiti nella Provincia. Nelle prossime ore i pazienti dell'Ospedale di Lugo, evacuato a scopo precauzionale, dovrebbero essere ritrasferiti. Resta l'allerta arancione e mentre imperversano le polemiche e la Regione Emilia Romagna ha già chiesto lo stato di emergenza, i romagnoli tornano a rimboccarsi le maniche. "Era sufficiente che chi ci governa, chi prende decisioni, chiedesse scusa. Scusa ai romagnoli per non essere stati capaci di evitare un'altra cosa del genere.".