Auto, come l'italia si prepara alla transizione ecologica

09 giu 2022
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13 anni di tempo per cambiare auto, abitudini, mentalità. 13 anni per cambiare in vera transizione ecologica quella che finora è stata una transizione ideologica, a parole. I fatti sono altri infatti, il nostro giro d'orizzonte deve basarsi solo sul mercato italiano e su un parco auto che secondo l'ultimo rapporto UNRAE del 2021 ha un'età media di quasi 12 anni. Se a questo aggiungiamo che circa il 26% delle oltre 38 milioni di auto circolanti è ante Euro 4, cioè una su quattro ha 15 anni di vita, e che il 90% di queste è alimentata a benzina e gasolio, capite bene che per il nostro paese quello che succederà nei prossimi anni è uno tsunami annunciato. Quello che sembra destinato a cambiare, almeno a giudicare da come si sta muovendo il mercato e le istituzioni, è il concetto stesso di automobile. Post pandemia gli italiani si muovono più di prima in auto ma il combinato disposto di crisi dei microchip e guai in Ucraina, ha fatto sì che il mercato sia completamente fermo come immatricolazioni. È un meno 27% dall'inizio dell'anno, e i tempi di consegna superiori a quei 180 giorni previsti in un primo momento del decreto incentivi per rottamare la macchina spinge chi non ha disponibilità o tempo di aspettare a tenersi la sua cara vecchia macchina, con riflessi a cascata sulle emissioni e sicurezza a bordo. Così l'auto da conquista sociale rischia di diventare un problema di ascensore sociale. I numeri non mentono, l'elettrico sta crescendo soprattutto nel nord Italia e nel settore delle flotte aziendali. Ambienti e mondi dove la maggiore disponibilità economica aiuta questa transizione ecologica. Transizione che al sud stenta proprio a partire, sia per il maggior costo delle vetture alla spina, sia per la cronica mancanza di colonnine di ricarica che peraltro per ora sono piccole osasi nel deserto delle autostrade. Che fare quindi? Si sapeva che la transizione ecologica aveva un costo, per fare in modo che non sia tutto a carico dell'utente finale, cioè l'automobilista, le case ci mettono molto del loro in tema di incentivi, sconti e servizi, ma serve la mano dei Governi e dell'Unione Europea per far capire ai propri cittadini il motivo per cui una city car che costava 15.000 euro ora sfiora i 25.000 euro. Dev'essere chiaro a tutti che senza un piano annuale di incentivi stabili, una parte importante della popolazione non potrà più usare l'auto per andare al lavoro ogni giorno. Incentivi a cui va aggiunta la necessaria copertura di tutto il territorio nazionale con le colonnine elettriche, altrimenti sarà tutto inutile.

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