Sembra la tipica scena che potremmo aver visto al cinema, un po' alla Ocean's Eleven, con un uomo che a 6-7 metri di profondità scava un tunnel per mettere a segno un colpo, forse in una banca vicina. Un piano studiato a tavolino, probabilmente per mesi, che approfitta di una Roma svuotata dalle ferie e che però, inaspettatamente, prende una brutta piega quando parte dell'asfalto crolla bloccando il ladro sotto terra. È quanto avvenuto ieri intorno a mezzogiorno a Roma, in via Innocenzo XI, nel quartiere Aurelio, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Un uomo, in un primo momento scambiato per un operaio, è rimasto sepolto vivo per diverse ore, nel cunicolo che stava scavando per raggiungere, presumibilmente, il caveau di una delle due banche vicine. Gli scavi partivano da un locale poco lontano, che era stato preso in affitto da quattro persone, due romani e due campani, con precedenti per droga e reati contro il patrimonio, per avviare un'attività commerciale non meglio definita. I complici, dopo aver chiamato i soccorsi, si sono dileguati intorno alla zona del crollo e sono stati poi fermati da carabinieri in borghese appena usciti da un tombino. I Vigili del Fuoco, insieme ai Nuclei speciali, sono stati impegnati per più di otto ore in una vera e propria corsa contro il tempo, costretti a sventrare parte della strada per salvare la vita all'uomo. Una volta estratto vivo, tra gli applausi delle tante persone che si erano fermate a seguire le operazioni, il 35enne è stato caricato su un'ambulanza e portato in ospedale. Gli altri membri della banda del buco invece sono stati portati nella caserma di Trastevere e sono stati interrogati per ore. Gli investigatori infatti stanno cercando di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti, per risalire anche alla data di inizio dei lavori e soprattutto per capire se la banda non fosse più numerosa e contasse anche su eventuali altri complici.