Il commissario Arcuri aveva chiesto quale adesione c'era dei medici di base per fare tamponi rapidi negli studi dei medici di base, la regione Lombardia, ha testato e quindi chiesto ai medici di rispondere e solo 1 su 4, questo è il dato regionale, Tonia, ha aderito a fare i tamponi rapidi all'interno del proprio studio, oppure in zone o spazi messi a disposizione dalla regione. Dottor Bergamaschi invece a Milano il dato è parecchio più basso, di che numeri parliamo? Si siamo attorno al 10% dei medici anche un pochino meno su 2500 tra medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, solo 232 hanno fino ad oggi aderito. Va detto che la richiesta è partita la settimana scorsa e quindi alcuni colleghi si stanno ancora orientando però i dati fino ad oggi raccolti ci portano a dire, appunto, un 10% di adesione con 64 casi su 232, la richiesta di poter operare in una sede esterna. Ecco perché l'obiezione mossa dai medici di base: I nostri studi sono molto piccoli, rischiamo di creare focolai all'interno dei condomini. La regione però a messo a disposizione degli spazi, anche a Milano ci sono spazi dove possono andare i medici? Noi abbiamo appunto raccolto le loro richieste e abbiamo chiesto a tutte le strutture ospedaliere di poter mettere i poliambulatori a disposizione dei medici che lo richiedono, in modo da poter dare spazi adeguati, non solo per fare tampone ma per poterlo fare all'interno di una struttura nella quale si possano fare anche approfondimenti diagnostici e quindi si possa garantire un percorso clinico per il paziente. ecco perché il medico di base, come dicevate Tonya è il primo filtro per evitare non solo un'eccessiva ospedalizzazione ma anche che il paziente possa aggravarsi. Medici di base, sanno quali sono i loro pazienti fragili, quelli cronici e quindi dovrebbero seguirli. LeI prima mi diceva che c'è una percentuale che lo ha fatto, ma tanti poi invece non l' hanno fatto. Sì, noi a Milano con le cure primarie, abbiamo portato avanti un progetto di governo clinico che chiedeva ai medici di seguire i loro pazienti più fragili, proprio perché il medico di famiglia è il primo riferimento del paziente, un terzo dei medici ha aderito al nostro progetto. E quei pazienti che sono stati seguiti, hanno avuto un rischio di morte e di complicanze da COVID della metà rispetto agli altri. Ecco Tonia questo secondo me è il dato più importante, dove un medico di base fa il suo lavoro, segue il paziente... un ultimo dato, un ultimissimo dato, alla R.CONTì di Milano è passato da 2.5 a quanto? oggi era attorno, 1,28- 1, 25, quindi diciamo con il lock down sostanzialmente si sta riducendo di giorno in giorno, e si è quasi dimezzata rispetto... Ottimo, quindi qualche risposta Dottore, Grazie Manuela Ambrosino già ce l'abbiamo diciamo dalle misure che sono state adottate anche perché poi ricordiamo che c'è anche l'ordinanza regionale che era ulteriormente restrittiva che è entrata in vigore anche prima del decreto, quindi qualche effetto si inizia già a registrare.