"Ho visto mio figlio davvero sconvolto e lui ha sentito tanti spari e si pensava che si stavano sparando tra di loro." Calcoli, rilievi, misurazioni è il momento per gli investigatori di ricostruire i contorni, ancora poco chiari, di una vicenda che ha scosso il piccolo paese di Cortefranca nel bresciano. È fuori pericolo il bambino, di quasi due anni, colpito da un proiettile vagante mentre era in casa con i suoi genitori la sera di Ferragosto. A sparare dalla strada, circa 50 metri dalla palazzina in cui vive il piccolo, sarebbero stati in tre, a turno, in una sorta di tiro al bersaglio contro pali e cartelli stradali. Il 46enne guardia giurata indagato a piede libero per lesioni gravissime è pronto ad assumersi tutta la responsabilità dell'accaduto; lo riferisce il suo legale che descrive l'uomo addolorato per le condizioni del bambino, sul registro degli indagati si aggiungono i due che erano con il 46enne, un parente e un amico, entrambi maggiorenni, ai quali la Procura contesta i reati di danneggiamento, esplosioni pericolose e porto abusivo di armi. Sì, perché le armi utilizzate non erano le loro, ma possedute legalmente dalla guardia giurata: una pistola, quella di ordinanza, e due fucili tutti sequestrati. "In questo canale di scolo i carabinieri hanno ritrovato almeno dieci bossoli calibro 12 tutti compatibili con un fucile da caccia. La suocera della guardia giurata è incredula, non pensa che il genero abbia potuto cimentarsi in un gioco tanto pericoloso. "Non siamo nel Far West che si spara." Eppure, tra i vicini di casa, c'è chi assicura che non si sia trattato di un episodio isolato. "Una volta ho gridato: smettila cretino. Mio figlio, tutte le volte che scoppiava faceva così anche mio figlio perché era uno sparo forte.".