Se i cittadini non ci danno una mano con la mascherina e fanno in modo di infettarsi meno possibile, alla fine il punto di dove ci incontreremo sarà la porta dell'ospedale. La situazione di allerta, non siamo al precollasso, ma non potendo fare previsioni è necessario l'aiuto dei cittadini per evitare, in uno scenario catastrofico, il crash del sistema sanitario. Il governatore Luca Zaia si rivolge nuovamente ai veneti, prima di presentare un nuovo piano di sanità pubblica della Regione. Un piano in 5 fasi stabilite in base ai ricoveri nelle terapie intensive. Da 0 a 50 scatta la prima fase, quella verde, da 51 a 150 la fase azzurra, da 151 a 250 quella gialla, da 251 a 400 la quarta fase, quella arancione, dai 400 ricoveri in su scatta la fase rossa. Ogni step prevede un'escalation nell'organizzazione sanitaria, fino alla completa sospensione, fase rossa, di ogni attività ordinaria nei vari ospedali per dedicarsi esclusivamente ai malati covid, il Veneto con 61 ricoveri è entrato nella fase due. Il piano non prevede la costruzione di nuovi ospedali, ma la possibilità di portare i posti letto delle terapie intensive della Regione da 494 a 1000. Oltre il 96% dei positivi non presenta sintomi, ma nessuno è in grado di dirci cosa accadrà nei prossimi mesi ripete il governatore. L'obiettivo è evitare il collasso degli ospedali. A 1000 posti letto in terapia intensiva, ma siamo al collasso totale, cioè viol dire che tutta la sanità del Veneto si occupa delle 1000 persone in terapia intensiva.