Sono oltre 500mila gli infortuni sul lavoro denunciati nel 2020, secondo i dati forniti dall'INAIL. Il numero è in calo del 13,6% rispetto all'anno precedente, ma ad aumentare sono gli infortuni con esito mortale: 1270 nell'ultimo anno, 181 in più rispetto al 2019. Il Covid ha avuto la sua parte nel determinare il quadro: la diminuzione degli spostamenti casa-lavoro ha ridotto di un terzo le morti lungo il tragitto, ma crescono di quasi il 35% quelle avvenute in seguito a infortuni sul posto di lavoro. Quasi un quarto del totale delle denunce e circa un terzo dei dati mortali sono dovuti al contagio. In questo scenario complesso, in parte drammatico, strumenti di assistenza e supporto sono indispensabili per una ripresa lavorativa. Va in questa direzione la campagna lanciata dall'INAIL per il reinserimento professionale degli infortunati sul lavoro. "Siamo partiti dal presupposto che dopo tutto il percorso della pandemia e di tutto il resto anche il reinserimento lavorativo per le persone disabili da lavoro, che si sono ammalate sul lavoro, fosse importante". Una consapevolezza che si traduce in misure concrete, come i finanziamenti a fondo perduto fino a 150mila euro messi a disposizione dall'Ente per permettere alle aziende di predisporre interventi mirati per il ritorno al lavoro dopo un infortunio o una malattia. "Parto dal presupposto che sono un infortunato sul lavoro e so cosa vuol dire dalla mattina alla sera cambiar la vita, perdere il posto di lavoro, perdere tutto. E questo è un aiuto che diamo alle persone che non tutti dalla mattina alla sera riescono a recuperare. Pertanto, far vedere dei segnali positivi, i drammi, la fatica e tutto, ma però c'è anche il risvolto della medaglia che è quello di riuscire a reagire".