Basta chiamare il proprio medico di famiglia e richiedere un appuntamento, niente di più facile. I medici di base entrano a pieno regime nella macchina delle vaccinazioni. "Al momento quello che devono fare è mettersi in lista direttamente con il proprio medico o la segreteria del medico e verranno contattati dal medico stesso non appena le fiale saranno realmente disponibili". Nel Lazio si parte dalla fascia degli ultraquarantenni. " È un'opportunità, mi sembra più facile". "Io il giorno stesso in cui è uscita la notizia ho ricevuto già i primi messaggi dei pazienti che volevano essere vaccinati da me". Il vantaggio di farsi vaccinare dal medico di base è indubbio. "Sicuramente la maggior conoscenza che c'ha il medico di famiglia del proprio panorama assistiti". "Noi siamo vaccinando i fragili che non sono riconoscibili dal sistema. Faccio un esempio: i familiari stretti di un paziente oncologico in chemioterapia con difese immunitarie molto basse oppure pazienti grandi obesi". "Va coniugata l'esigenza di potere vaccinare il maggior numero di persone con i tempi di conservazione, di gestione, di somministrazione dei vaccini stessi". "Avendo avuto molte poche dosi fino adesso in realtà abbiamo ancora da terminare le categorie più a rischio". Appunto restano da risolvere alcuni problemi organizzativi in particolare per quanto riguarda la consegna delle dosi. "Oggi io mi aspetto di ritirare due fiale di AstraZeneca per i richiami, due fiale di Pfizer per i richiami e una fiala di Moderna per le nuove dosi". Ma purtroppo le fiale non sono arrivate e la dottoressa Papa non è un caso isolato. Il problema è tutto qua. "C'erano e ci sono dei limiti di distribuzione".