Dal carcere, attraverso pizzini che venivano recapitati all'esterno, i boss della famiglia mafiosa di Enna, continuavano a controllare il proprio territorio e a gestire gli affari, soprattutto il traffico, lo spaccio di droga ed il racket delle estorsioni. Adesso, 32 persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta dei Magistrati della DDA del capoluogo nisseno. I provvedimenti, hanno raggiunto tra gli altri, i vertici della famiglia mafiosa di Enna, guidata dal boss Giovanni Fiorenza e dai suoi due figli. Durante l'indagine degli uomini della Squadra Mobile di Enna e degli agenti del Commissariato di Leonforte, sono state intercettate decine di conversazioni tra gli affiliati del Clan e le vittime di minacce di estorsioni. Decine di episodi di cessione di droga, documentati dalle telecamere della Polizia. Nel corso di perquisizioni sono state rinvenute numerose dosi di droga ed alcune armi. Per trasferire all'esterno del carcere le direttive i boss, oltre ai pizzini, utilizzavano i colloqui con i familiari che, una volta fuori, veicolavano il messaggio per la cosca. Durante le indagini è stato anche sventato un omicidio. Un pusher doveva pagare con la vita lo spaccio di droga che avveniva senza il permesso della famiglia. L'intervento della Polizia ha sventato il piano.