Dicevano guarda questo lo ha fatto il nonno, quello l'ha fatto il nonno. E lei un giorno? E io un giorno vedendo la luna molto bella, una luna piena nel cielo, ho detto ah ma quella l'ha fatta il nonno. Salvatore Licitra, è il nipote di Giò Ponti, nonno Giò per quel ragazzino di 7 anni. Certo il nonno Giò non ha fatto la Luna, però, ha fatto il grattacielo Pirelli, ormai 60 anni fa, tuttora un simbolo di Milano. Non è solo la forma, è proprio la concezione, entrando in questo edificio ci si rende conto, lo si percepisce, perché è incredibilmente sottile, quando uno è dentro vede le due facciate in alcuni punti è una cosa emozionante, pur essendo altissimo. Ecco, è così lo immaginò Giò Ponti, in questo plastico originale il suo grattacielo è ancora così. Una mostra curata da Alessandro Colombo e da Fondazione Pirelli per ora solo digitale, viste le misure anti covid, celebra i 60 anni del Pirellone tra la cultura industriale dell'inizio e le attività istituzionali della regione Lombardia, che acquistò l'immobile nel 1978. Un Palazzo che fu il simbolo del miracolo economico in un'Italia con la voglia di ripartire, proprio come adesso. Io credo che noi possiamo imparare qualcosa da Ponti per venir fuori da questa situazione di emergenza in cui siamo tutti. Che cosa? Dobbiamo imparare questo, dobbiamo imparare che nel nostro patrimonio, nella nostra cultura, troviamo le energie per inventare qualcosa di nuovo che è quello che dobbiamo fare adesso, inventare un nuovo stile di vita. Sopravvive il grattacielo dei milanesi a 60 anni di storia, sopravvive addirittura una tragedia all'incidente aereo dell'aprile 2002 che squarcia il 26o piano, provocando addirittura due vittime. I grattacieli sono belli, disse Giò Ponti, se si trovano uno di fianco all'altro, come delle isole. Qui c'è un paesaggio con le nuvole, il cielo, altre case basse e così via. Questo che dico non è un sogno. Dico ciò che sarà in futuro. Alla fine il grattacielo Pirelli nel corso degli anni è stato superato da tanti altri palazzi più alti, ma il Pirellone, che vedete qui dietro le mie spalle, rimane sempre il simbolo di Milano, di una città che vuole crescere sempre.