L'ultima motovedetta arrivata in porto prima che le condizioni del mare diventassero proibitive, aveva a bordo tra i 40 profughi e migranti salvati anche due corpi senza vita recuperati a bordo del natante soccorso a 43 miglia da Lampedusa. Due ragazzini morti a causa delle ustioni provocate da quella miscela letale di carburante e acqua salata che si accumula sul fondo dell'imbarcazione e brucia la pelle. Ustioni e ferite che ha riportato sul il cinquanta per cento del corpo anche una donna arrivata con loro. È in gravissime condizioni. Ustioni e ferite che i medici riscontrano su molti dei migranti costretti a viaggiare ammassati su imbarcazioni stracolme oltre che precarie. Altre 200 persone erano state soccorse poche ore prima su due barconi salpati da Zuara, in Libia, dalle motovedette di Guardia di Finanza e Frontex. Un altro gruppo di persone era stato invece intercettato quando era già a terra. Resta in mare, nonostante il peggioramento delle condizioni meteo, la Humanity con settantuno naufraghi salvati lunedì, costretta a navigare per quasi una settimana per raggiungere il porto assegnato dal Viminale: Ravenna. A 1600 chilometri dal punto del soccorso. Sono rimasti inascoltati i cinque appelli rinnovati dall'equipaggio della nave per chiedere un porto più vicino ed evitare ulteriori sofferenze alle persone a bordo. Tra loro ci sono 21 minori e alcuni bambini piccolissimi, costretti a dormire sul ponte, fa sapere l'organizzazione umanitaria con freddo, pioggia e onde alte. I sopravvissuti hanno ferite, ustioni da carburante, segni delle torture subite in Libia, spiegano da SOS Humanity. Alcuni hanno infezioni polmonari, dovrebbero scendere a terra al più presto e nel porto più vicino, invece, restano in mare. .