Il regolamento del recovery fund approvato dall'euro Parlamento è importante perché lì che è scritto come si ottengono e soprattutto come si mantengono gli aiuti europei. Da metà febbraio, dopo cioè che sarà arrivato anche il via libera dell'Ecofin, gli Stati membri possono iniziare a presentare i propri piani nazionali per ottenere i soldi. La data finale per la consegna è di regola il 30 aprile. L'espressione di regola sembra comunque concede un certo grado di flessibilità, una volta consegnati i piani dovranno essere valutati prima dalla commissione e poi dall'Ecofin. Il via libera arriverà solo se i piani rispetteranno determinati criteri, ad esempio, la destinazione della maggior parte dei fondi ad ambiente digitale, l'indicazione delle riforme chieste da Bruxelles, il cronoprogramma dettagliato su opere e tempi di attuazione, ritorno economico atteso. Dopo la valutazione della Commissione si può ottenere un anticipo del 13% dei fondi. Per l'Italia si tratta di una ventina di miliardi di euro. Se il piano sarà presentato nei tempi dell'anticipo potrebbe arrivare entro l'estate, il resto dei soldi sarà versato a rate. Due volte all'anno gli Stati possono chiedere il versamento di una tranche, i fondi però, saranno erogati solo dopo che la Commissione avrà valutato che le riforme e gli investimenti rispettano la tabella di marcia indicata nel piano. In caso contrario il versamento dei soldi viene sospeso. Se entro sei mesi lo Stato non si mette in regola, la sua quota di aiuti viene ridotta. Insomma, la corsa ai soldi del recovery non finisce certo con la consegna dei piani nazionali.