Mentre la premier Meloni assicura che il Governo farà del suo meglio per difendere l'occupazione e l'indotto di Stellantis, in un video messaggio ai dipendenti il presidente, John Elkann, prova ad avere lo stesso effetto: rassicurare. Nel mezzo della tempesta, dopo le dimissioni dell'Ad Carlos Tavares, l'erede dell'avvocato conferma la distanza di vedute ormai insanabile con il manager portoghese, sono emersi punti di vista diversi, dice rivolto agli oltre 250 mila lavoratori dei 14 Brand del gruppo. E l'impegno a varare il bilancio del quarto produttore mondiale di auto. A riferire in Parlamento, fa sapere, verrà dopo l'esito del tavolo che si apre il 17 dicembre al Ministero delle Imprese, sul futuro delle fabbriche italiane. Un tentativo di disgelo con la politica, testimoniato anche dalla telefonata col Ministro Urso, dopo il recente rifiuto di riferire alle camere. Nel frattempo si cerca un nuovo capo azienda, mentre la società smentisce le cifre circolate sulla buonuscita di Tavares, che sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà, fa sapere il nuovo nutrito comitato esecutivo ad interim lavora alla scelta del successore. Toto nomi impazza, così come l'ipotesi di ulteriori alleanze per uscire dall'empasse. Si torna a parlare di nozze con Renault ma torna di moda anche il progetto di Airbus dell'auto un consorzio europeo, come nei velivoli, per salire di dimensioni e tenere testa ai grandi produttori globali. Sponsor dell'operazione proprio il leader di Reanult Luca De Meo. Scenari nebulosi come tutto il futuro del settore auto europeo. A novembre un altro crollo, meno 10,8% e per Stellantis ancora un tuffo ben peggiore dei concorrenti, perde quasi un quarto delle vendite. La strada del rilancio è tutta in salita, il titolo a Piazza Affari recupera qualcosa dopo il tonfo di lunedì.