Questo l’impatto, secondo la ricostruzione, avvenuto proprio qui, sopra i vetri del cockpit. Ecco il punto preciso. Tracce evidenti sarebbero state trovate nei resti della stessa cabina di pilotaggio. Diverse le prove fornite. Ci sono le intercettazioni telefoniche e le informazioni radar. Tutte portano a un lanciamissili mobile, del sistema missilistico russo, spostato in Ucraina dalla Russia e poi nuovamente trasferito nella Federazione russa dopo l’abbattimento del boeing. Ecco le immagini del trasporto. Shots precisi e dettagliati tracciano il percorso fino a destinazione. Informazioni che matchano con altri dati: quelli riservati, top secret, citati ma non divulgabili. Così come il traffico aereo di quel tragico 17 luglio 2014, è stato anch’esso verificato scrupolosamente ed è stata esclusa la presenza di altri aerei nei pressi del boeing della Malaysia Airlines. Tutto coincide. Tutto corrisponde. Tutto porta a quell’enorme campo dove il velivolo è precipitato con le sue 289 vite distrutte, non lontano da Donetsk, in pieno territorio dei ribelli separatisti, i nemici di Mosca. 100 persone, i potenziali sospetti che avrebbero reso possibile il lancio, sono già state identificate. Il Cremlino nega ogni accusa e parla di conclusioni preconcette e politicamente motivate. Dal Ministero della difesa la dichiarazione: “I nostri sistemi missilistici non hanno mai attraversato la frontiera”.