Erano gli ultimi giorni in Colombia per Julie Huynh, passati a fare shopping con la madre prima di ripartire. Julie 23 anni, nazionalità francese, gli ultimi mesi li ha passati nelle scuole dei quartieri più poveri di Bogotà come volontaria. È la prima di tre vittime accertate nell’esplosione di un ordigno nascosto nel bagno delle signore del centro commerciale Andino di Bogotà. Con lei altre due donne, una di 27 e l’altra di 31 anni, sono morte. Gravi anche una decina di feriti. Sull’attacco il Presidente della Columbia Santos ha chiesto un’accurata indagine definendolo un atto vile, crudele e codardo. L’attenzione delle autorità si è concentrata sul più grande gruppo ribelle ancora attivo nel Paese, l’Esercito di liberazione nazionale autore di numerosi e recenti attacchi. Mentre il Governo lo scorso anno ha raggiunto un accordo di pace con le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, con l’Esercito di liberazione nazionale sono in corso negoziati. Alcuni analisti attribuiscono l’aumento di violenze nelle città colombiane alla volontà del gruppo di spuntare un accordo più vantaggioso per gli ex combattenti. L’Esercito di liberazione nazionale è stata la seconda più grande organizzazione terroristica nel Paese dopo le Farc. Via Twitter però ha condannato l’attentato definendolo un sabotaggio dei colloqui di pace.