La nuova direttiva europea sul copyright ha superato anche l'ultimo scoglio e con il via libera degli Stati membri è stata ora approvata in via definitiva. Dopo il braccio di ferro nell'Europarlamento, che aveva dato il disco verde a marzo dopo mesi di polemiche e pressioni lobbistiche, mancava solo quella che di fatto era quasi una formalità, visto che il testo finale aveva già il placet del Consiglio. L'approvazione è avvenuta a maggioranza con 19 Paesi favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti. L'Italia, insieme a Olanda, Svezia, Finlandia, Polonia e Lussemburgo, ha votato “no”, definendo la riforma un passo indietro che rischia di avere un impatto negativo sulla competitività del mercato digitale europeo. Di diverso avviso i rappresentanti di editori e produttori di contenuti, che plaudono alla direttiva e si rammaricano per la contrarietà del nostro Governo. Le nuove norme hanno lo scopo di tutelare il diritto d’autore anche nell'ecosistema digitale. Tra le novità il diritto di poter chiedere agli aggregatori di notizie come Google News un’adeguata compensazione per l'uso di contenuti di terzi, oltre all'obbligo per le grandi piattaforme come YouTube di intercettare materiale protetto da copyright caricato dagli utenti e di rimuoverlo in assenza di licenza. In sede di approvazione la Germania ha fatto mettere a verbale una richiesta alla Commissione europea, responsabile dell'attuazione della direttiva, chiedendo di evitare filtri preventivi e censura. Gli Stati membri avranno ora due anni di tempo per recepire le nuove norme.