Che la situazione sia estremamente seria e vada presa come tale, lo dimostra anche l’ultima telefonata intercorsa tra il presidente cinese Xi Jinping e quello americano Donald Trump. Le tensioni tra Corea del Nord e Stati Uniti preoccupano, con Pyongyang che minaccia, mostra i suoi missili sulle rampe di lancio, e continua, incurante degli avvertimenti, esperimenti balistici, paventato obiettivo di Kim Jong-un, in una nuova prova muscolare, atta anche e soprattutto a tenere alta l’attenzione cinese, Guam, territorio americano nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, dove hanno sede una base navale e dell’Aeronautica. Washington ha intimato di smetterla con le crescenti provocazioni: “le unità militari degli Stati Uniti sono pronte a difendere Guam e il resto del Paese”, ha tuonato Trump. Come ribadito al telefono a Xi Jinping, anche gli Stati Uniti, così come la Corea del Nord, dovrebbero però evitare la retorica, o azioni tali da peggiorare la situazione. Pechino ha sollecitato le parti a un atteggiamento di contenimento, e a insistere per il dialogo: il negoziato è un accordo politico. I presidenti di Stati Uniti e Cina si sono detti d’accordo sull’adozione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che spinga Pyongyang verso il raggiungimento della pace nella penisola coreana. Una nota della Casa Bianca sottolinea come entrambi i capi di Stato abbiano ribadito l’impegno per la denuclearizzazione della Regione.