Ci sono muri fisici e ci sono muri diplomatici, come quello che Donald Trump sta alzando sempre di più con Cuba. Ieri il Dipartimento del Tesoro ha annunciato nuove restrizioni ai viaggi di gruppo a scopo educativo e ricreativo nella piccola isola caraibica. Uno stop che colpirà anche tutte le navi da crociera e gli yacht privati, nonché i voli aziendali e privati. Restano ancora in piedi i collegamenti dei voli commerciali, ripartiti nell'era del disgelo, quando alla Casa Bianca c'era Barack Obama. In neanche tre anni, però, tra l'Avana e Washington è calato nuovamente l'inverno e queste ultime restrizioni ne sono la prova, perché vanno a colpire uno dei pochi settori che ancora dà ossigeno a Cuba, vale a dire il turismo. Basti pensare che proprio dalle navi da crociera è arrivato al 55% degli oltre 250.000 americani che hanno visitato da gennaio ad oggi l'isola. Senza contare che i viaggi di gruppo, a scopo educativo, era una delle poche realtà presenti anche prima del 2014, anni in cui sono ricominciate parte delle relazioni diplomatiche fra i due paesi. Rimarrà però ancora possibile recarsi a Cuba, per lavoro, per i giornalisti, gli uomini d'affari e i ricercatori. Il timore però è che le maglie sono destinate a diventare sempre più strette, soprattutto guardando alle elezioni presidenziali del 2020 e al peso che giocherà in queste consultazioni uno Stato tradizionalmente in bilico come la Florida, dove i numerosi esuli cubani non hanno mai nascosto di apprezzare la durezza di Trump nei confronti dell'Avana. Una durezza il cui regista principale è il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, che non a caso ieri è stato fra i primi membri dell'amministrazione ad annunciare le nuove sanzioni via Twitter sottolineando che mirano ad impedire che i soldi dei cittadini americani arrivino a Cuba, finché l’isola, fra le altre cose, non si allineerà alla posizione americana sul Venezuela, scaricando Maduro. New York.