Parole prevedibili e inevitabili per il Premier del Paese che con Gli Stati Uniti vanta una "relazione speciale". Ma i grattacapi per l'Amministrazione Laburista, che sembra avanzare in direzione contraria anche all'Europa, potrebbero essere tanti e di non poco conto: dallo spettro dei dazi, alle politiche ambientali destinate a divergere moltissimo, alla cruciale questione del sostegno all'Ucraina. Solo una settimana fa, Londra aveva garantito 3 miliardi di sterline l'anno per Kiev "per tutto il tempo che sarà necessario”. E poi c'è un problema di sintonia, evidenziato negli ultimi mesi dai messaggi su X di Elon Musk, ormai primo supporter di Trump, che ha descritto il Regno Unito come un Paese allo sfascio nei giorni delle sommosse estive. Nelle ultime settimane il 47esimo inquilino della Casa Bianca aveva minacciato azioni legali contro il Partito Laburista, reo di aver aiutato Harris durante la campagna. Senza dimenticare alcune dichiarazioni del passato che ora pesano come macigni, a partire da quel "sociopatico simpatizzante neonazista che odia le donne, profonda minaccia per l'ordine internazionale" prounciato dall'attuale Ministro deli Esteri e ricordato dalla nuova leader dell'opposizione Kemi Badenoch durante il suo primo Question Time. Chi autenticamente gioisce in queste ore è Nigel Farage, leader di Reform Uk e grande sostenitore di The Donald. E poi c'è lei, Liz Truss, la ex Premier per 49 giorni, che parla di "inizio della rimonta". "Speriamo Trump faccia bene quanto hai fatto tu", il primo dei commenti su X.