Le attese della vigilia e della campagna elettorale organizzata in pochissimo tempo sono state pienamente rispettate. Sebastian Kurz, il wunderwuzzi della politica austriaca, giovanissimo leader del Partito Popolare, ha stravinto le elezioni in Austria. L’FPO che grazie a lui ha cambiato colore da nero a turchese per la prima volta dal dopoguerra ha ottenuto il 38,4% delle preferenze, nonché un record. In queste consultazioni elettorali il suo partito ha ottenuto il più grande distacco dal dopoguerra con la seconda fazione politica, che in questo caso è l’SPO, i socialdemocratici, che ha ottenuto il 21,5%. L’ultradestra, invece, è crollata sotto il 20 %. Un risultato straordinario per il più giovane cancelliere della storia, che negli ultimi mesi ha dovuto rimodulare le sue politiche, soprattutto quando il 17 maggio di quest'anno lo scandalo Ibiza Gate, che vedeva Heinz Christian Strache e Johann Gudenus, membri del partito di destra, alleato proprio con Kurz, intenti a trattare con una donna russa per ottenere finanziamenti al partito in cambio di appalti, ha letteralmente fatto crollare il suo Governo. Ma nonostante la sfiducia al Governo ad interim Sebastian Kurz si è rimesso in campo e di fatto vinto di nuovo. Ora però la sfida del giovane leader è sulle nuove alleanze di Governo che inevitabilmente plasmeranno anche le prossime azioni di Governo, per quanto riguarda soprattutto la questione migranti e l'austerity. Con l’inevitabile uscita di scena del tavolo di Governo dell’FPO Kurz ha in sostanza due opzioni. Una grossa coalizione con i socialdemocratici, che risultano al secondo posto, oppure una maggioranza con i verdi. Una novità assoluta a livello nazionale a cui sicuramente l'Europa presterà forte attenzione.