La festa per le strade di Istanbul è andata avanti fino a notte fonda, centinaia di migliaia i turchi che hanno inscenato caroselli e sit-in spontanei tra fumogeni e cori da stadio, canti e balli. La megalopoli sul Bosforo ha festeggiato inequivocabilmente l'arrivo del nuovo Sindaco Ekrem Imamoglu, l'uomo simbolo della sfida a Erdogan. Il margine di vittoria questa volta è stato netto, oltre 800 mila voti in più per il quarantenne, astro del Partito Popolare Repubblicano (CHP) che ha riconquistato la poltrona di Sindaco di Istanbul dopo l'annullamento della vittoria di fine marzo scorso, risultato impugnato su pressione del partito di maggioranza (l'AKP) e dal presidente Erdogan per presunti brogli. Imamoglu ha definitivamente battuto il suo rivale, l'ex premier Binali Yildirim, fedelissimo di Erdogan, che, spoglio di voti ancora in corso, ha riconosciuto la sconfitta, consegnando al CHP la città che 25 anni fa segnò l'ascesa al potere per Erdogan, allora giovane e talentuoso, astro del partito della giustizia e dello sviluppo. Erdogan, come Imamoglu, è partito proprio dall'agente di Istanbul per arrivare alla guida del Paese. Per questo la vittoria del CHP oggi segna un duro colpo per il partito di Governo. Erdogan si è congratulato con lui via Twitter, riconoscendo la sconfitta, ma questa potrebbe essere l'inizio della sfida per la leadership del Paese. Il bagno di folla spontanea, la lira turca che riprende quota oltre un punto in poche ore dopo averne persi otto dall'inizio dell'anno. La voglia di cambiamento, le contestazioni e l'autoritarismo nel Paese sono fatti che, all'indomani del voto, aprono a nuovi scenari, ma i più saggi ricordano che Istanbul, 16 milioni di abitanti su 82, è una città ricca e importante, ma Istanbul non è la Turchia.