200 milioni di Euro, tanti ha deciso di stanziarne la Germania per far fronte al prezzo del gas e dell'elettricità. I soldi verranno impiegati come scudo per evitare che famiglie ed imprese paghino le conseguenze di ciò che Berlino definisce: una guerra energetica con la Russia. La Germania ha quindi deciso di spendere una quantità di risorse mai vista, anche cosciente che probabilmente nei prossimi mesi andrà in recessione, con un PIL che potrebbe avere il segno negativo. Non è un tetto al prezzo del gas importato, ma un aiuto diretto a famiglie ed aziende tedesche. Se Berlino quindi, come hanno fatto altri Governi, organizza un sostegno diretto alla sua economia potendo contare su risorse disponibili, ben superiori a quelle di altri paesi, qui a Bruxelles sembra ancora lontana invece una soluzione che metta d'accordo tutti e 27 gli Stati membri per abbassare i prezzi. Nelle prossime ore nel consiglio straordinario dei Ministri dell'energia si discuterà della lettera che 15 paesi europei hanno mandato alla Commissione; chiedendo di proporre un tetto al prezzo di tutto il gas comprato all'estero, ma l'esecutivo europeo guidato da Von Der Leyen è contrario, come altri paesi tra cui la Germania, ha paura che i fornitori si rivolgano ad altri paesi acquirenti e pensa invece ad un tetto solo al prezzo del gas conteggiato nelle bollette elettriche e a negoziare con i fornitori stranieri che esportano via gasdotto; tra Stati membri si discute anche dell'ottavo pacchetto di sanzioni. L'UE l'ha annunciato parlando di tetto al prezzo del petrolio russo, ma l'unico paese che ancora acquista il greggio da Mosca è l'Ungheria che ha già detto di voler mettere il veto su una simile misura.