È una corsa contro il tempo all'imboccatura delle due gallerie invase dall'acqua e dal fango e dai detriti. Si tratta di tunnel lunghi chilometri, dove si stima siano rimaste intrappolate decine di operai. Siamo in India nel distretto di Chamoli, stato di Uttarakhand, dove duemila uomini fra poliziotti e militari sono impegnati nelle operazioni di soccorso dopo l'alluvione provocata nelle scorse ore dal crollo di un enorme costone di un ghiacciaio himalayano. L'enorme massa di ghiaccio e detriti ha provocato l'esondazione di due fiumi e una disastrosa inondazione che ha travolto ponti, strade, una diga e due centrali elettriche in costruzione. La frana che non può non ricordare il disastro del Vajont nel nostro Paese ha già causato una strage, il cui bilancio è di 18 morti accertati e oltre 200 dispersi potrebbe essere del tutto provvisorio. In queste ore due squadre di glaciologia sono arrivati nelle aree colpite, per cercare di accertare le cause del disastro in una zona, la cui fragilità ambientale è ben nota. Nel mirino degli ambientalisti locali, ci sono i cambiamenti climatici del pianeta, ma anche le numerose dighe e infrastrutture idroelettriche dell'area. Le immagini diffuse dalla Nasa testimoniano quest'inverno un insolito scioglimento dei ghiacci himalayani. Inoltre in queste settimane le stazioni meteo al campo base dell'Everest registrano temperature oltre lo zero per diversi giorni consecutivi.