Meglio metterci un giorno in più ma trovare un accordo che metta al riparo il futuro governo da una nuova mozione di sfiducia. Per questo secondo giro di consultazioni del 2024, Macron cerca una strategia diversa. Dopo aver consultato i vari partiti singolarmente, l'invita oggi all'Eliseo per lavorare sul programma comune. Tutti tranne La France Insoumise e Rassemblement National, i partiti di estrema sinistra e di estrema destra con un distinguo però, il partito di Melenchon ha declinato l'invito, mentre il Rassemblement National non è mai stato invitato a partecipare. Una mancanza di rispetto da parte di Macron, secondo il delfino di Marine Le Pen, Jordan Bardella, ed un elemento di tensione anche all'interno dell'Unione della sinistra, che così si spacca tra l'ala moderata pronta a negoziare, a condizione che venga scelto un Primo ministro di sinistra, e una ala radicale che invece rifiuta di collaborare con il centro di Macron. Lo scenario che sembra delinearsi è proprio quello che Macron si augurava sei mesi fa, quando all'indomani delle legislative aveva sperato in un governo che tenesse insieme tutte le forze moderate in Parlamento. Allora non era stato possibile perché la sinistra era rimasta unita e all'opposizione, oggi le cose sembrano diverse. Ma Macron vuole più certezze prima di nominare il nuovo Primo ministro, da qui il bisogno di riunire tutti insieme per parlare di manovra, di pensioni e di riforme comuni. Intanto la squadra di Michel Barnier resta in funzione per il cosiddetto disbrigo degli affari correnti. il primo sarà far votare in parlamento la legge speciale che consentirà alla Francia di entrare in esercizio provvisorio e così portare avanti le spese pubbliche, in attesa che una legge di bilancio per il nuovo anno possa essere approvata.