Proteste e sgomberi. Attivisti e gruppi per l'ambiente hanno raggiunto Lutzerath, Germania occidentale, da diverse parti d'Europa per sostenere militanti che qui hanno costruito il villaggio che è diventato il simbolo della protesta degli ambientalisti, da anni, da quando la cittadina è stata distrutta per metà per consentire l'ampliamento della miniera di carbone Garzweiller. E ora che è previsto un nuovo ampliamento ad essere raso al suolo sarà quello che resta di Lutzerath. Alla protesta, che va avanti da giorni, si è unita anche l'attivista svedese Greta Thunberg. Da giorni la polizia è impegnata nello sgombero del villaggio costruito sul terreno del l'unico abitante rimasto a Lutzerath, Eckhardt Heukamp, che così tenta di difendere il casolare della sua famiglia. Sgombero ostacolato dagli attivisti che ci sono anche i rifugiati in un tunnel per rendere ancora più difficili le operazioni. "Purtroppo abbiamo bisogno di più carbone visto che per consumare meno gas sono state prese decisioni dolorose", ha detto il ministro tedesco dell'economia e del clima, il verde Robert Habeck. Decisioni che rendono più complicato il raggiungimento degli obiettivi posti da Cop26 e quella chiusura degli impianti a carbone che la Germania aveva annunciato per il 2038. Intanto sulle croci gialle, che si incontrano arrivando nella cittadina, si leggono i nomi dei villaggi che sono stati già distrutti in passato.