Ebrei che vivevano a Sonico e che furono deportati quando i nazisti presero il potere in grecia. - Il padre Mario Venezia, lo zio e un loro cugino furono alcuni degli italiani deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Sono stati costretti ad aderire a un gruppo speciale, il Sonderkommando, che si occupava delle camere a gas. Erano costretti a seguire, a gestire fisicamente lo svuotamento della camera a gas dopo che venivano uccisi i prigionieri. - Camere a gas nelle quali sarebbero dovuti finire anche loro, perché 3 testimoni scomodi di una verità troppo sconveniente. Fortunatamente si salvarono e come altri poterono raccontare l'orrore del campo di concentramento. Quelle testimonianze, oggi sono raccolte in un percorso inedito nella mostra "Dall'Italia ad Auschwitz" ospitata dalla Fondazione Museo della Shoah. - Noi abbiamo seguito dal primo trasporto i deportati italiani all'ultimo trasporto. Auschwitz non fu soltanto Shoah, ma anche ultima tappa dell'esistenza di prigionieri politici e di rom le cui storie a lungo sono andati perse - Sono uscite due grosse novità: per esempio i trasporti di un numero incredibilmente alto di non ebrei insieme agli ebrei ad Auschwitz di cui non si sapeva bene. - Oltre 1300 persone, poche si salvarono, questo il documento che certifica il riconoscimento dei primi italiani uscitin vivi da quell'inferno. 1000 le donne italiane portate in quella macchina di morte, dove però in mezzo a quell'oblio avvennero due miracoli. Nacquero due bambini. Questa si chiamava Aurelia Gregori e ha avuto questa bambina il 13 gennaio del 1944, quindi col campo ancora in funzione. Lei è una bambina fortissima come lo era la madre e quindi è sopravvissuta, l' hanno battezzata e abbiamo ritrovato il certificato di battesimo. Tra le tante fotografie anche i disegni realizzati subito dopo la liberazione da alcuni sopravvissuti. - Spesso questi disegni ci raccontano la realtà in modo ancora più forte e con un effetto visuale ancora maggiore rispetto alla stessa fotografia.