Ho lavorato, sto lavorando sullo stabilmento di una zona di protezione intorno alla centrale. La guerra, naturalmente fa il suo corso. Non si sa che cosa accadrà, ma per noi evitare un incidente nucleare è una cosa che non può aspettare. Si deve fare adesso indipendentemente da una negoziazione generale sulla demilitarizzazione, pace o altro. È per quello che ho proposto questa zona di protezione la cosiddetta santuarizzazione, diciamo, della centrale, per evitare gli attacchi. In questo momento, siamo nel mezzo delle trattative e negoziazioni con gli ucraini, naturalmente, che è il mio partner naturale, ma anche con la parte russa; perché sono i russi che hanno il controllo effettivo dell'impianto. Questo è inevitabile. E per questo che sono andato in Russia già una volta, penso di tornare presto. Naturalmente anche in Ucraina. Anche per continuare questa ricostruzione arrivare ad un buon risultato. Putin è disposto a concedere questo controllo? Putin è disposto a lavorare con me. Me lo ha detto, dopo dobbiamo vedere. É un po' l'arte della diplomazia e della politica di arrivare al punto del consenso, diciamo, di convergenza e per questo, c'è bisogno naturalmente il supporto degli ucraini e anche la collaborazione dei russi, sennò non funzionerà.