Ci si aspettava una svolta dalla riunione di Ramstein dei 50 Paesi tra NATO e Alleati dell'Ucraina, ma non è arrivata. Il tema centrale su cui era concentrata l'attenzione internazionale di Kiev, per prima, era: la Germania acconsentirà o meno a donare i suoi carri armati da combattimento Leopard all'Ucraina? Questi sono per varie ragioni i tank più efficaci, più utilizzabili, pronti e facili da trasferire. Beh, non c'è stata alcuna decisione. Berlino ancora nicchia. Non dice più di no, ma non dice neanche di si, rimanda la decisione a data da destinarsi sostenendo che bisogna valutare i pro e i contro e tra questi c'è il rischio di una pericolosa escalation. Il Segretario alla Difesa USA, Austin, si rimette alle parole della Germania, ma afferma che la prossima primavera ci sarà una grossa offensiva russa e la storia ci impone di aiutare Kiev. Mentre accanto a lui il Capo di Stato Maggiore dell'esercito americano Milley dice che con i mezzi che le verranno trasferiti l'Ucraina potrà anche contrattaccare, anche se ritiene difficile possa cacciare tutti i russi dal suo territorio. L'Europa sui carri tedeschi si divide, la Polonia insiste perché vengano subito donati a Kiev ed offre quelli che ha lei a disposizione, l'Italia col Ministro Crosetto invita a fare presto. "Probabilmente, nelle prossime settimane, si aggiungeranno agli attacchi missilistici una nuova, purtroppo, ondata di attacchi su terra. Se c'è la promessa dell'invio di qualcosa bisogna poi inviarla nelle settimane e nei mesi prossimi con più velocità possibile".