Gli ayatollah hanno già messo a segno un primo successo nella loro annunciata offensiva contro Israele. Mentre in Iran, infatti, si respira un’atmosfera rilassata, a Tel Aviv e Gerusalemme la tensione si taglia col coltello. Sì, certo, le manifestazioni dei seguaci del regime iraniano seguono una liturgia un po’ trita, con le bandiere “dell’entità sionista” e del “grande Satana americano" date alle fiamme, ma per ora il regime sembra più preoccuparsi del velo delle donne e di altre questioni interne. In Israele, invece, ci si prepara alla ritorsione annunciata dalla Guida Suprema, Ali Khamenei, che ha annunciato una “risposta certa” dopo l’attacco all’ambasciata iraniana a Damasco. E così Il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, ha avvisato che “L'Iran pagherà la conseguenze per la scelta di un'ulteriore escalation della situazione”. Già, ma quale potrebbe essere la ritorsione iraniana. Qui l'interrogativo non è da poco perché gli USA ritengono che ci sarà. Con il Commander-in-chief hanno minacciato l'Iran e si sono detti pronti a intervenire a fianco dello Stato Ebraico. Anche se gli Stati confinanti, incluso il membro della Nato Turchia, hanno negato lo spazio aereo agli americani. E mentre gli Usa hanno le mani legate, per certi versi, Teheran può colpire anche tramite altri attori dell’area. In effetti l’Iran ha diversi alleati al confine con lo Stato Ebraico: a parte i i palestinesi di Gaza, ci sono cellule di Hamas in Cisgiordania, gli hezbollah in Libano, che potrebbero prendere di mira il Golan. La stessa Siria, che è stata colpita più volte dai raid di Tsahal potrebbe svolgere un ruolo non solo di supporto. E poi gli Houthi yemeniti che stanno già paralizzando il commercio verso il canale di Suez. Questo però se si dovesse prendere in considerazione il territorio israeliano. Gli “interessi”, però, sono molto più vasti, e un obiettivo legato a Israele può essere ovunque. Il fatto nuovo, nel sequestro della nave, è che l’Iran è intervenuto direttamente. Potrebbe essere così anche in futuro, oppure no. E chissà dove. E questa incertezza è il vantaggio iraniano.