200 missili alla fine la risposta dell'Iran è arrivata. Non simbolica, come ad aprile, ma più consistente con l'intenzione di colpire obiettivi militari. Secondo Teheran sono state prese come obiettivo le tre basi israeliane Netzarim, Tol Of e Navatim. Dalla prima sarebbero partiti gli aerei con cui è stato ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Una pioggia di fuoco che ha incendiato il cielo di Tel Aviv e del centro dello stato ebraico. ma che ha lambito anche Gerusalemme. Insomma alla fine in Iran ha vinto la linea dura. E per la prima volta sono stati usati anche i missili ipersonici Fatah. I Pasdaran hanno annunciato di aver colpito il 90% degli obiettivi fissati. Durissima la reazione d'Israele, con il Premier Benjamin Netanyahu ha minacciato Teheran di aver commesso un grave errore. Il regime in Iran, ha detto, non capisce la nostra determinazione a difenderci e rispondere ai nostri nemici. Tanto più che il portavoce delle Forze Armate, Daniel Hagari, ha affermato come il 90% dei missili iraniani sia stato intercettato e che nessuna struttura militare abbia subito danni di sorta. Intanto prosegue l'offensiva della IDF a nord, in Libano. Le forze armate israeliane hanno lanciato avvertimenti alla popolazione locale di allontanarsi dall'area del fiume Awali, qualche decina di chilometri dal confine. Per ora però è scontro di notizie, secondo i media arabi le truppe con la stella di Davide non sarebbero entrate, se non di 500 metri, per poi tornare indietro, mentre da parte israeliana si annuncia l'invio dei paracadutisti impiegati finora a Gaza. I bombardamenti però proseguono con un bilancio pesantissimo tra i morti anche il comandante della milizia iraniana Imam Hossein, Daw Alfakher Hinawi.