Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall' America. A Cernobbio, il numero 1 di Kiev mostra il suo piglio sicuro e assicura che il conflitto che sta lacerando il suo paese da oltre tre anni è vicino a un punto di svolta. Per questo ha scandito alla stampa siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui c'eravamo trovati all'inizio. Ottimismo che era già sfoggiato al termine del faccia a faccia con il capo del governo italiano. Il destino non è segnato, non cadiamo nella propaganda russa aveva detto infatti dopo l'incontro bilaterale di 40 minuti al Forum Ambrosetti Giorgia Meloni. Il conflitto in Ucraina è ancora una partita aperta in cui è necessario che l'occidente continui a fare la sua parte sostenendo Kiev. Questo secondo la presidente del consiglio è la priorità del G7 a guida italiana. L'amicizia tra Roma e Kiev non è in discussione ma il confronto ha dovuto anche prendere atto che la situazione sul campo non è rosea. L'avanzata della Russia nel Dombass, i bombardamenti anche sulle città dell'ovest come Leopoli e poi la controversa offensivo Ucraina nel Oblast Russo di Kursk, che vede resistenze da parte dell'Occidente. Insomma, un quadro complesso che al di là della propaganda russa non può trascurare delle criticità. Per questo, ha ribadito la presidente del consiglio, il sostegno alla Ucraina è una scelta nell'interesse dell'Italia stessa. Se saltano le regole di diritto internazionale, ha detto, avremo una moltiplicazione di crisi e caos. Questa è la scelta che sta attuando l'Italia e che non cambierà. Polemico il commento del responsabile della politica estera e di sicurezza Europea Joseph Borrell d'accordo al 100% con quel che dice Meloni, ma allora perché non permette all'Ucraina di utilizzare le armi per colpire le basi russe nel territorio russo?.